Allevamenti suinicoli smart. Garanzia di benessere e qualità

Le esigenze del consumatore moderno sono sempre più stringenti: al produttore di carne suinicola chiede alta qualità a prezzi contenuti, elevati standard di salute e benessere degli animali, sistemi innovativi di tracciabilità e nessun residuo antibiotico nelle carni. Di conseguenza, l’allevatore del secondo millennio si trova davanti a nuove sfide e, per ottenere buoni risultati, è necessario che utilizzi tutti i mezzi a disposizione in tema di tecnica di allevamento, alimentazione, igiene e gestione.

La salute dei suini in allevamento è un tema fondamentale sia dal punto di vista sanitario, sia del benessere animale. L’insorgenza di patologie compromette la produttività aziendale (riforma anticipata degli animali, aumento del consumo di farmaci, solo per citare alcuni effetti), ma anche la sicurezza alimentare dei prodotti derivati. Per questi motivi diventa molto importante che l’allevatore individui precocemente la comparsa dei segnali di malessere o malattia e che il personale possieda le giuste competenze al fine di riuscire ad avvisare tempestivamente il veterinario o l’assistenza tecnica.

Il precision livestock farming è attualmente un aiuto per l’allevatore. Tra le priorità c’è il garantire un continuo e accurato monitoraggio degli animali (attività sempre più difficile data la crescente intensificazione dei sistemi produttivi nella filiera suinicola) e, per fare questo, gli allevatori hanno bisogno di un aiuto affidabile ed economico che supporti la gestione quotidiana degli animali. Permettendo ad esempio di monitorare tempestivamente l’insorgenza di patologie o di comportamenti aggressivi e riducendo al tempo stesso l’impegno del personale, l’impiego di farmaci o lo spreco di energia.

L’applicazione di tecniche e principi di zootecnia di precisione (Precision Livestock Farming, Plf) al momento sembra essere l’alternativa più plausibile per facilitare il compito dell’allevatore moderno. L’approccio adottato nella Plf prevede che alcune delle misure ambientali tradizionalmente raccolte (temperatura, umidità e CO2) siano integrate con strumenti che permettono di misurare direttamente gli animali (sensori per valutare l’ingestione alimentare, videocamere e microfoni).

In pratica l’animale serve da sensore e gli algoritmi messi a punto traducono le sue risposte in indicatori chiave, utili a migliorare le performance o il benessere.

Siamo nell’era della suinicoltura smart, dove le applicazioni assistono l’allevatore nel processo decisionale per migliorare la gestione dell’allevamento e servono da preallarme in caso di problematiche. Si parla pertanto di tecnologia, sensoristica, sistemi di intelligenza artificiale, IoT (Internet of Things) e gestione da remoto: significative novità per il suinicoltore che oggi può lavorare anche da remoto (pc, tablet e smartphone).

Una gestione ottimizzata, quindi, che garantisce condizioni di stabulazione ideali per i suini i quali, di conseguenza, stanno meglio e producono di più.

I vantaggi per l’allevatore sono sicuramente molti, a cominciare dalla diminuzione delle spese (soprattutto quelle veterinarie), passando dall’aumento della sostenibilità ambientale fino ad arrivare alla riduzione dell’uso di antibiotici e all’incremento della qualità del prodotto finito.

Antibioticoresistenza, un problema non solo per i suini

Negli ultimi anni, la crescente preoccupazione legata alla comparsa di infezioni causate da microrganismi resistenti agli antibiotici ha portato allo sviluppo di politiche di riduzione dei consumi di questi farmaci sia in medicina umana, sia veterinaria.

La convivenza con gli animali, la trasformazione dei prodotti alimentari, l’utilizzo dei sottoprodotti animali in agricoltura, sono solo alcuni esempi di come l’ecosistema microbico sia comunemente condiviso tra esseri umani e animali, contribuendo alla diffusione delle resistenze agli antibiotici. In particolare, tra gli antibiotici utilizzati, l’attenzione maggiore è rivolta a quelle classi di principi attivi particolarmente importanti per il trattamento di infezioni altrimenti incurabili nell’uomo.

L’allevatore e il veterinario sono pertanto chiamati ad attuare l’impiego corretto di questi medicinali e a rispettare le linee guida delle organizzazioni che a livello internazionale si occupano di medicina (Oie, Who, Fda).

Tra gli obiettivi c’è anche l’intenzione futura di mettere a disposizione una minore disponibilità di principi attivi da utilizzare negli animali e la non immissione sul mercato veterinario di nuove molecole, per preservarne il maggior numero dalla antimicrobico-resistenza e riservarle alla medicina umana.

Mary Mattiaccio

Allevamenti suinicoli smart. Garanzia di benessere e qualità - Ultima modifica: 2020-02-03T09:00:39+00:00 da Redazione Meat