Coop alleva la salute e dà l’esempio al comparto

Sarà uno dei trend più importanti a influenzare il consumo di carne (e di pesce) nel futuro a breve termine e si inserisce a pieno titolo nella corrente di pensiero (e produttiva) del free from: è il “senza antibiotici”, fattore sempre più in evidenza nelle richieste gestionali dei retailer, consci dell’importanza nell’eliminare gli antibiotici dalle filiere dell’allevamento deposte all’alimentazione umana. Oggi, secondo l’Osservatorio Immagino Gs1 Italy-Nielsen, che monitora il mercato di largo consumo in Italia attraverso l’analisi del contenuto delle etichette dei prodotti venduti, “senza antibiotici” è il trend da tenere d’occhio per questo 2019, come uno di quelli emergenti con maggiore vigore e presa sulla comunità dei consumatori. Chi chiede prodotti animali antibiotic free vuole evitare che questi farmaci, unico argine conosciuto contro le infezioni batteriche che colpiscono l’uomo, finiscano sulla tavole e inneschino un meccanismo per il quale ceppi di batteri possano sviluppare una resistenza agli antibiotici stessi, con conseguenze molto gravi per la salute pubblica (già oggi l’Oms stima in oltre 700mila i decessi nel mondo per infezioni da batteri resistenti e indica che nel 2050 l’antibiotico-resistenza sarà la prima causa di morte nel mondo).

A dare un forte impulso all’affermazione di questo trend tra gli italiani sono stati i retailer, che per primi hanno iniziato a parlare di una riduzione nell’impiego di antibiotici per uso zootecnico nelle filiere controllate a marchio.

Prima su tutte Coop Italia che dal 2017 ha lanciato la campagna Alleviamo la Salute per fornire ai propri clienti carni prive di antibiotici, provenienti dalle filiere principali bovino, suino e pollo (compresi anche uova, carni trasformate, salumi e libero servizio). Nel complesso mille referenze, per un giro d’affari in crescita anno su anno nonostante i consumi di carne nel loro complesso siano in contrazione da ormai un decennio. Giusto per contestualizzare la coraggiosa operazione di Coop Italia, sono già arrivati a scaffale oltre 26 milioni di avicoli e 230 milioni di uova “antibiotic free”. E solo negli ultimi quattro mesi sono 300mila i suini e 200mila i bovini a cui questi farmaci non sono stati somministrati. Nel frattempo l’offerta di filiere Coop antibiotic free si è estesa anche al settore ittico, anch’esso allevato senza uso di questi farmaci negli ultimi sei mesi: attualmente l’offerta consta di orata, branzino, trota iridea e persico spigola, rombio chiodato e salmone.

La massiccia campagna di Coop ha smosso il mondo dei retailer, e molte catene hanno affrontato a ruota il tema dell’antibiotic free, come Carrefour o Conad, che ha lanciato a proprio marchio una serie di affettati in vaschetta provenienti da suini allevati senza antibiotici secondo filiera Conad Percorso Qualità, una linea di carni suine fresche e di avicoli, tutte da carni di animali senza antibiotici (dai 20 kg di peso per i suini) e in allevamenti che offrono ai capi uno spazio maggiore rispetto ai minimi di legge, per finire con le uova.

Le stesse aziende di produzione stanno correndo ai ripari per cavalcare questo trend: Inalca, azienda del Gruppo Cremonini specializzata nelle carni bovine, ha stilato un nuovo protocollo in collaborazione con Coldiretti, per migliorare il benessere animale e promuovere l’uso prudente degli antibiotici secondo il principio one health, ossia di stretta correlazione tra la salute degli animali allevati e quella di chi consuma le carni. Gli allevamenti della filiera Inalca hanno già ridotto del 18% l’impiego di antibiotici negli ultimi due anni. Con questo progetto, l’azienda estende l’utilizzo del protocollo a tutti i suoi allevatori italiani di bovini da carne, per condividere le migliori pratiche del settore. Vista la considerevole riduzione già ottenuta negli ultimi anni, si stima al momento un ulteriore abbassamento del 10% nell’uso di antibiotici già nel corso dell’anno: un traguardo che verrà perseguito tramite l’applicazione estesa del protocollo e ulteriori azioni a difesa della salute degli animali, prima fra tutte la profilassi vaccinale (si veda anche l’articolo di pagina 38).

A livello di filiera, si segnala l’avvio, nel marzo 2019, del Progetto Psr Filiera marchigiana di bovini da carne antibiotic free: coordinato dalla coop Bovinmarche Allevatori Marchigiani, si concluderà nel 2022, con la stesura delle Linee guida per un allevamento bovino da carne antibiotic free e con la certificazione della filiera Bovinmarche antibiotic free.

Assortimento in espansione

Il panorama dei prodotti antibiotic free presenti sugli scaffali si arricchisce costantemente di nuove proposte, e non solo nel mondo delle carni fresche. A riprova di come il tema dell’allevamento antibiotic free sia diventato un tema condiviso nell’opinione pubblica. Ecco dunque che nei punti di vendita della gdo sono comparsi anche prodotti di altre categorie, tutti accompagnati in etichetta dal claim senza antibiotici: dalle uova Le Naturelle Rustiche, che arrivano da una filiera dedicata e certificata come priva di somministrazione di antibiotici, al Pollo Campese Amadori, allevato all’aperto senza ricorrere ad antibiotici.

Risultati dei controlli

Secondo l’ottavo rapporto annuale dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) sui farmaci antibiotici veterinari, tra il 2012 e il 2016 in Europa le vendite sono diminuite del 20%. Ma l’Italia ha fatto meglio, riducendole del 30%. Ciononostante resta il terzo Paese per consumo di antibiotici zootecnici: il 70% degli stessi sono destinati agli animali. Ora l’obiettivo è di abbattere ulteriormente del 30% l’uso globale di antibiotici entro il 2020, come prevede il Piano nazionale di contrasto dell’antibiotico-resistenza. Riguardo l’abuso riscontrabile negli allevamenti, il ministero della Salute, tramite gli istituti zooprofilattici regionali, effettua controlli rigorosi: nel 2017 sono state oltre 44mila le operazioni di prelievo e verifica di presenza, con una positività dello 0,09% di tutti campioni analizzati.

Manuela Soressi

Coop alleva la salute e dà l’esempio al comparto - Ultima modifica: 2020-03-13T09:00:24+00:00 da Redazione Meat