Le novità del miglioramento genetico nel settore bufalino

Le funzionalità del nuovo indice di selezione aggregato elaborato per la Bufala Mediterranea Italiana sono state al centro dell’incontro organizzato dall’Associazione nazionale allevatori della specie Bufalina (Anasb) il 16 aprile a Cancello e Arnone, nel Casertano, provincia che rappresenta il cuore dell’allevamento bufalino campano e nazionale, con la presenza di circa 200mila dei 400mila capi allevati (dati Bdn).
L’incontro si è tenuto alla presenza di oltre 250 allevatori ed è stato introdotto dal vicepresidente dell’Anasb e presidente del Cipab (Consorzio di incremento produttivo degli allevamenti bufalini), Gabriele Di Vuol, e dal presidente Anasb Nicola Palmieri. I vertici Anasb hanno tra l’altro ricordato alla platea il ruolo svolto nell’ultimo anno dall’Ente Selezionatore della razza Bufala mediterranea italiana, soprattutto in termini di novità tecniche e selettive particolarmente attese dagli allevatori.

L’utilità del nuovo indice è stata illustrata da Gianluca Neglia, professore associato del Dmpva dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, e da Stefano Biffani, ricercatore Cnr-Ibba. Il nuovo indice – è stato sottolineato – risulta particolarmente utile per superare alcune difficoltà applicative che si erano verificate finora tra gli allevatori.
Il nuovo indice selettivo, denominato IBMI (Indice di selezione bufala mediterranea italiana), rappresenta una decisiva innovazione trattandosi di un indice aggregato che tiene conto, oltre che della produzione di latte, della sua qualità e di accenni a tratti morfologici come arti e piedi ed apparato mammario, fondamentali per la gestione, la crescita e la valorizzazione dell’allevamento bufalino nel tempo.
Lo scopo principale di migliorare il livello genetico complessivo della mandria porta dunque a un punto di svolta nell’attività selettiva degli allevatori Anasb e costituisce la principale innovazione del momento nell’allevamento bufalino.
Un settore che, si ricorda, grazie soprattutto al prodotto di punta, la Mozzarella di Bufala Campana Dop, rappresenta in termini di valore, tra produzione e trasformazione, circa 400 milioni di euro l’anno, per un prodotto che ha scalato la classifica delle principali Denominazioni di origine protetta portandosi al quarto posto assoluto, anche come esportazioni all’estero.
Il direttore Anasb Giacomo Bertolini si è poi soffermato sulle più importanti normative di settore, sulle nuove norme statutarie dell’Ente Selezionatore e su altri aspetti organizzativi, mentre il consigliere Damiano Altieri ha relazionato sulle Prove di Progenie nei Tori selezionati e il consigliere Pasquale Cirillo sul Piano delle valutazioni morfologiche negli allevamenti bufalini.
Al di là degli aspetti strettamente tecnici, legati alla genetica e alla genomica della razza Bufala mediterranea italiana, si è potuto prendere atto che anche nel settore bufalino si va in una nuova decisiva fase nella quale al progresso selettivo si accompagna una maggior attenzione al benessere degli animali, alla qualità delle produzioni, alla sostenibilità ambientale e ad un incremento della redditività aziendale per gli allevatori.

Le novità del miglioramento genetico nel settore bufalino - Ultima modifica: 2019-04-16T17:42:35+00:00 da Redazione Meat